AlpesagiaAlbosaggia
le lettere " f " senza trattino vanno lette " s "
1755 Dissertazioni critico-storiche intorno alla Rezia di qua dalle dalle Alpi oggi detta Valtellina
Albosagia (Alpesagia)
Albosagia fu cosi nominata quasi Alpes Agia: da che si sa che gli Antichi, e in particolare ne' Medii Tempi Alpa, e Alba nominavano i Monti.
L'aggiunto di Agia, o Santa fu poi dato a tal Terra perché quivi era la Valle de' Mani, detta pur oggi Val Mane, dove si faceva a quell'Anime sacrifizio: e sceso Gesù Cristo a rinnovare con la vera Religione il Mondo, ivi per avventura entro questa da prima: poichè vi ha tuttavia una Chiesa di San Salvatore, più volte rifatta, e d'antichissimi tempi, ch'era già Parrocchia Comune allora di varie Terre e del Bergamasco e della Valtellina.
Quattro Quadre costituiscono questa Comunità, che sono la Superiore, che abbraccia Cantone, Contrada della suddetta Val Mane, i Paribelli e que' della Motta: la Inferiore, dove sono i Moizi ei Delini: Carasale dov'era il Castello de' Quadri, del qual pur si vede la Torre, or da' Paribelli posseduta, e Carbonera.
Tutte queste Contrade ebbono il loro nome dalle illustri Famiglie, che vi fiorirono, alcune delle quali pur or vi fioriscono come i Paribelli, Petrucci еcc. e già gli Imbiavadi erano pur naturali di questo Luogo, come da più Instrumenti si trae.
Ha tale Comunità Compagnia intera di Milizia, come gli altri Luoghi più considerevoli della Valle; e in Albosagia risiede pur ordinariamente un Console di Giustizia.
ALTRA IPOTESI SUL NOME ALPES AGIA
Il tutto nasce da un'idea di Mauro Giudici che cerco di riassumere così:
Nella sopra citata ipotesi è stato attribuito ad Alpa e Alba il significato di Alpes = monte, tuttavia pare che gli etruschi attribuissero ad Alpa e Alba un altro significato che i latini interpretarono come Alba forse per luce come indicato in questo libro del '900 <<In etrusco Alpan o Alpa, d'onde deriva ii latino Alba trovasi scritto talvolta sui candelabri e sulle lucerne.>>
Pertanto potremmo scrivere Alba Agia come a dire luce santa.
L'idea che potrebbe essere Alba=luce Agia=santa è alquanto veritiera se prendiamo in esame il luogo di quando la montagna della valle del torrente Torchione, aveva anche il Lago del Bosco che rovinò a valle trascinando tutto il materiale formando così il conoide.
È ipotizzabile che a sud del lago, verso il meriggio, ci fosse un innalzamento di una parte di montagna (Alpes) a forma piramidale da attribuirgli il nome di Agia = Santa probabilmente dovuto sia alla forma ma forse anche all'effetto sicuramente affascinante del riflesso nel lago in particolari condizioni di illuminazione solare (Alba).
Rimane tutt'oggi un panorama da mozza fiato, in particolari momenti di luce, fermandosi ad ammirare dal sentiero Valtellina tra il Consorzio Agrario e sotto le Caselle.
Dunque un connubio tra Alpes Alba e Agia che col tempo Alba divenne maschile attribuendogli un significato di luogo più che di luce ed ecco così derivare Albosagia.
Immagino anche che il lago fosse circondato da zona prevalentemente pianeggiante comprendendo oltre a bosco anche zona adibita a prati o pascoli per il bestiame.
Due calcoli per risalire a quanto materiale è sceso a valle
Partendo da alcuni dati, prendendo per buoni i circa 300 metri s.l.m. del sentiero Valtellina e i 500 metri s.l.m. del Centro abbiamo un dislivello h = 200 m e trovato con Goggle la distanza media di 1600 m tra il Centro e l'ipotetica semicirconferenza del conoide, possiamo definire la figura che segue:
sostituendo i valori nella formula otteniamo l'intero volume di tutto il cono, circa 527 milioni di mq ma il conoide del Torchione è da ritenersi circa 1/3 del totale , ne consegue che approssimativamente (forse in difetto) il conoide del Torchione corrisponde a circa 175 milioni di mq.
Il tutto è avvenuto perchè il materiale non appoggiava su roccia solida ed era essenzialmente costituito da terra e pietrame di dimensioni modeste così che una qualche esondazione del lago ha cominciato ad erodere e trascinare il tutto a valle . Il fatto che fosse essenzialmente pietrame e terra ne sono testimonianza tutte le sassaie (mürachi), create per bonificare i terreni, tutt'ora esistenti nei vari vigneti.